di Martina Nisticò e Serena Savatteri
La rubrica “Storie di donne e uomini che resistono”, della quarta giornata di Trame13, curata da Pietro Comito, ha visto come protagonista Roberto De Luca, imprenditore cosentino titolare di un’azienda concessionaria e officina di mezzi pesanti, assieme a suo fratello Francesco.
L’inizio dei problemi per i fratelli De Luca risale a dicembre 2020 quando, davanti alle porte della loro azienda, rinvengono una bottiglia contenente liquido infiammabile accompagnata da un accendino: un segno, uno sfregio, una minaccia da parte della ‘ndrangheta cosentina per i due imprenditori. L’estorsione subita dai due fratelli è tempestivamente denunciata dagli stessi alle forze dell’ordine e seguita da ulteriori minacce e chiamate anonime. Nonostante gli atti intimidatori, Roberto ha continuato a denunciare, finanche l’ultimo avvenimento, il più grave, quello della serata dell’11 gennaio 2021. Un furgoncino bianco, con a bordo due uomini, si accosta alla recinzione della loro azienda dove sono presenti dei camion e, con estrema velocità e destrezza, uno dei due lancia una bottiglia molotov su una delle cabine dei mezzi parcheggiati: le fiamme si propagano velocemente, ma grazie ad un pronto intervento dei vigili del fuoco si evita il peggio. La testimonianza e la denuncia dei due fratelli imprenditori è cruciale. Nel settembre 2022, con l’operazione Reset, le forze dell’ordine intercettano e arrestano gli estorsori dei De Luca, che sono tutt’ora detenuti e sotto processo in rito abbreviato presso il tribunale di Catanzaro.
Nel corso del suo intervento al festival, Roberto De Luca ha dichiarato come «dopo tanti anni di serenità, nel gennaio del 2019, la nostra attività ha subito atti intimidatori attraverso il posizionamento strategico di una molotov spenta. Io e mio fratello siamo rimasti molto turbati da ciò – continua. Dopo aver denunciato, ci siamo sentiti colpiti nell’intimo».
Riguardo all’atto doloso subito nel gennaio 2021, l’imprenditore ha aggiunto «Non hanno avuto neanche il coraggio di chiedere espressamente i soldi - ha detto poi - ma fortunatamente i colpevoli sono stati arrestati».