Le stragi del 1992 hanno segnato un indelebile spartiacque nella storia del nostro Paese. Tra i protagonisti di quei fatti drammatici c’erano Giuseppe e Filippo Graviano, uomini di fiducia del boss Riina che mai si sono dissociati dall’organizzazione mafiosa. In questo straordinario libro-inchiesta per la prima volta si ricostruisce la loro storia e si cerca di fare chiarezza su alcuni dei misteri ancora irrisolti di quella stagione.
Intorno alle stragi Falcone e Borsellino, nonostante i trent’anni trascorsi e le molte sentenze giunte all’ultimo grado di giudizio, ci sono ancora molti misteri e opacità. Questo libro li affronta seguendo il filo rosso delle vite di Giuseppe e Filippo Graviano, capimafia del clan palermitano di Brancaccio. Pupilli di Salvatore Riina, Filippo è stato il regista di complesse operazioni finanziarie, Giuseppe uno spietato killer che ha vissuto la stagione delle bombe assieme a Matteo Messina Denaro. Ne viene fuori un racconto incalzante che ci porta nella Sicilia più sconosciuta, quella delle complicità con pezzi delle istituzioni e della politica. Attraverso testimonianze e documenti inediti entriamo nei segreti che legano il passato e il presente di Cosa nostra e ripercorriamo le tappe della carriera criminale della famiglia, dagli anni Settanta agli anni Novanta, mostrando come Giuseppe e Filippo hanno esercitato un forte potere anche dopo il loro arresto, nel 1994. Salvo Palazzolo ci restituisce in un vivido affresco una lunga storia criminale, ci ricorda quanto ancora non sappiamo su Cosa nostra, ma ci regala anche il racconto delle vicende dei tanti uomini coraggiosi che hanno provato a fermarli.