Lirio Abbate
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Lirio Abbate
Lirio Abbate è inviato speciale de l’Espresso. È passato dalla cronaca giudiziaria al giornalismo investigativo. Si è occupato negli ultimi 15 anni dei principali scandali italiani su mafia, tangenti e corruzione. Con Peter Gomez ha scritto “I complici” (Fazi editore).
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Messina Denaro. Il grande mistero
La figura leggendaria del superlatitante Matteo Messina Denaro chiude l’edizione digitale di Trame, alla presenza di Gaetano Savatteri e Lirio Abbate.
“U siccu”, ultimo libro-inchiesta del primo direttore artistico del festival dei libri sulle mafie a Lamezia Terme, ripercorre la storia dell’unico boss corleonese rimasto libero.
Trapanese di nascita, figlio di latitante, Denaro è cresciuto sulle gambe di Totò Riina che lo ha reso uno dei più spietati stragisti e custode dei suoi segreti.
“Tutti i documenti di Riina sono oggi in mano a lui – dice Abbate – portati via dalla villa di via Bernini a Palermo. Quello che è riuscito a prelevare da lì gli ha consentito di guadagnare il vantaggio che lo rende ufficialmente introvabile dal 1993”.
Di lui non conosciamo la voce, il volto e le impronte digitali. Nel libro è presente l’unico verbale giudiziario esistente del boss.
“L’aurea di leggenda che lo avvolge – prosegue Abbate nel racconto – lo vorrebbe come un moderno Peter Pan, che ruba allo Stato per dare ai poveri. La realtà però è totalmente diversa. Il latitante non conosce generosità neppure verso i suoi. Si è anzi affrancato da ogni padrinaggio per proseguire da solo”. Scomparendo, apparentemente, nel nulla.
Nessuno, tra chi gli è stato affianco ed è stato arrestato, ha mai pensato di tradirlo.
Quello che sappiamo sicuramente è che ha abbandonato i panni del sanguinario e posato le sue lupare, intravedendo altrove nuove forme di ricchezza e potere.
Oggi incarna il volto della mafia moderna: invisibile, sommersa, affarista.
“Possiede una forza economica enorme che gli consente di inquinare la democrazia e l’economia legale drogando una fetta di mercato, e di approfittare della pandemia in corso. E’ più pericoloso di quanto non lo fosse nel 1992” – denuncia Abbate.
Ma chi contribuisce a garantirgli ancora sicurezza e protezione?
“Anche la ‘Ndrangheta. Messina Denaro ha fatto più volte scalo a Lamezia da Pisa e ha avuto contatti con l’organizzazione criminale calabrese”.
“Sono sicuro che verrà arrestato – conclude il giornalista d’inchiesta – per decretare la fine dello scandalo di questa latitanza e la supremazia dello Stato e della giustizia”.
Apertura festival
Introduce Armando Caputo, (presidente Fondazione Trame)
Intervengono Marco Polillo (presidente AIE), Lirio Abbate (direttore Festival), Maria Teresa Morano (presidente FAI), Wanda Ferro (presidente provincia di Catanzaro)
Conclude Gianni Speranza (sindaco di Lamezia Terme)