Vito Teti, già ordinario di Antropologia Culturale presso l’Università della Calabria, si è occupato di storia e antropologia dell’alimentazione, dei percorsi della costruzione identitaria, il motivo della melanconia e della nostalgia, di storia e antropologia dello spopolamento e della rigenerazione dei luoghi. È autore di reportage fotografici, documentari etnografici nel Sud Italia, in Calabria e in Canada per conto della Rai, di racconti e narrazioni in cui intreccia, in maniera originale, etnografia, storia, autobiografia, memoria orale e memoria individuale.
Tra i suoi scritti più recenti: Il senso dei luoghi. Memoria e storia dei paesi abbandonati (Donzelli 2004; n. ed. ampliata 2023); Pietre di pane. Un’antropologia del restare (Quodlibet 2012; n. ed. 2024); Maledetto Sud, Einaudi, 2013; Terra Inquieta, Rubbettino, 2015; n. ed. 2023; A filo doppio. Un’antologia di scritture calabro-canadesi (con Francesco Loriggio) Donzelli, 2017, Quel che resta, Donzelli, 2017; Il vampiro e la melanconia, Donzelli, 2018; Il colore del cibo, Meltemi, 1999; n. ed. 2019; Pathos (con Salvatore Piermarini), Rubbettino, 2019; Prevedere l’imprevedibile, Donzelli, 2020; Nostalgia, Marietti 1820, 2020; Homeland, Rubbettino, 2021: La restanza, Einaudi, 2022.