di Giulia Nisticò, Giovanna Maria Ruberto
L'incontro, svoltosi in collaborazione con il Festival della letteratura di Salerno vede nella terza giornata del Festival di Trame Giorgio Caravale Paolo Di Paolo e Francesco De Core. In diretta da Lamezia Terme i giornalisti Giovanni Tizian e Ida Dominijanni.
Oggetto centrale su cui verte il dialogo è il libro Senza Intellettuali di Giorgio Caravale che ci mette di fronte alla trasformazione della figura dell’intellettuale in Italia negli ultimi trenta anni. Il rischio di tale trasformazione è la perdita della sua autorevolezza, che ne svaluta dunque la figura, facendo assumere al termine “intellettuale” un’accezione negativa.
Nel suo libro Caravale tratta parallelamente una doppia crisi, quella politica e quella intellettuale, causata dal tentativo dei partiti di sviluppare una retorica anti-intellettuale, avendo come esito l’allontanamento dalla figura stessa. Questo è possibile da dimostrare paragonando l’intellettuale del passato con quello odierno.
La distinzione nasce dalla personalizzazione della politica che ormai vede il partito identificato con il singolo leader e non nell’insieme dei valori per cui combattere. Si parla, infatti, di intellettuale “ad personam” anch’esso legato al leader politico e non più interessato al suo ruolo nella collettività. Anche i partiti sono enormemente cambiati, non ragionano più sulla società ma sul hic et nunc per voglia di visibilità, piacere e vanità.
Nello stesso modo ragionano gli intellettuali che ormai svolgono prettamente un ruolo di divulgazione propagandistica e non più di riferimento per il popolo. Manca, dunque, ormai la considerazione dell’intellettuale in quanto lavoratore poiché ormai costretto a star dietro alla tecnologia ed i mass media.
Per tale motivo la figura in sé ne risente, in quanto l’opinione pubblica attribuisce maggiore considerazione ad un individuo che ha molto seguito sui social, rispetto ad un uomo reduce di anni di studio ma non esposto. L’autore, in ultima battuta, invita l’intellettuale moderno a ritornare al ruolo di un tempo attivamente.