di Gilberto Villella e Ilenia Ciambrone
Durante l’ultima giornata del festival Trame.10 Attilio Bolzoni e Giacomo di Girolamo ci hanno intrattenuto con alcuni passi in cui spiegano, attraverso poesie e racconti di cronaca, la “mafia trasparente”: una mafia non più di stragi e omicidi ma una inserita ormai in ogni svariato settore.
La mafia attualmente è violenza di relazione e, citando Leonardo Sciascia, i due giornalisti ricordano un parallelismo tra le mafie e le palme, secondo cui ogni anno, quest’ultime vivono e prosperano sempre più a nord e prima o poi cresceranno in tutto il mondo. Ma oramai le palme non esistono più in quanto il punteruolo le fa appassire. In questa metafora il punteruolo rappresenterebbe proprio la mafia trasparente, la “Cosa Grigia”, che ha mangiato la linfa vitale della mafia tradizionale e si è insidiata in tutte le cariche importanti del sistema.
In tutto questo ordimento anche noi abbiamo il dovere di fare la nostra parte non continuando a pensare all’apparenza, come se la cosa fondamentale fosse sentirsi persone per bene, ma iniziare a ragionare e capire che pensare è un impegno. Con tutto ciò abbiamo gonfiato il petto di retorica ma perso il senso di agire. Capovolgiamo lo storico del nostro paese: fino ad ora c’è stato troppo silenzio e proprio per questo gli autori ci invitano a contribuire ad una “rivoluzione” in cui si sceglie arbitrariamente di rifarsi alla memoria.