Enzo Ciconte
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Enzo Ciconte
Enzo Ciconte è docente a contratto di Storia della criminalità organizzata all’Università Roma Tre e di Storia delle mafie italiane all’Università di Pavia.
È stato consulente presso la Commissione Parlamentare Antimafia e il primo a pubblicare un testo storico sulla 'ndrangheta in Italia, 'Ndrangheta dall'Unità a oggi (Lateza, 1992). Tra le altre sue pubblicazioni: Processo alla 'Ndrangheta (Laterza, 1996); Storia criminale. La resistibile ascesa di Mafia, 'Ndrangheta e Camorra dall'Ottocento ai giorni nostri (Rubbettino, 2008); Banditi e briganti. Rivolta continua dal Cinquecento all'Ottocento (Rubbettino, 2011); Storia dello stupro e di donne ribelli (Rubbettino, 2014); Borbonici, patrioti e criminali. L'altra storia del Risorgimento (Salerno, 2016); Dall'omertà ai social. Come cambia la comunicazione della mafia (Edizioni Santa Caterina, 2007).
Libri
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Eventi
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Dettagli
Una legge rivoluzionaria
Andrea Bosi (Vice Presidente Avviso Pubblico), Franco La Torre ne parlano con Gianfranco Manfredi (giornalista)
Presentazione del libro La Legge Rognoni-La Torre tra storia e attualità di Enzo Ciconte, Rubbettino
in collaborazione con Avviso Pubblico
EventoPillole di memoria “La mafia raccontata dai bambini” , Rovinati da Garibaldi?
Enzo Ciconte, Gigi Di Fiore, coordina Fabio Truzzolillo (storico)
Enzo Ciconte, Borbonici, patrioti e criminali. L’altra storia del Risorgimento, Salerno Editrice
Enzo Ciconte, Mafie del mio stivale, Manni Editore
Gigi Di Fiore, BRIGANTI! Controstorie della guerra contadina nel Sud dei Gattopardi, Utet – Dea Planeta libri
EventoQuando la ‘Ndrangheta entrò in politica
Il 1980 è l’anno dell’assassinio di Piersanti Mattarella, della strage della stazione di Bologna, della stagione dei cadaveri eccellenti e degli omicidi, in Calabria, di Peppe Valerioti e Giovannino Losardo, militanti del partito comunista impegnati in prima linea contro la mafia.
Ne hanno parlato a TrameXtra lo storico inglese John Dickie e l’esperto di organizzazioni criminali e già deputato Enzo Ciconte, autore di “1980. Alle origini della nuova ‘Ndrangheta”.
Nel contesto delle contrapposizioni più dure tra la ‘ndrangheta e il partito di sinistra, le loro morti a Rosarno e Cetraro, presto finite nel dimenticatoio, dimostravano che la mafia aveva valicato i confini tradizionali per occuparsi di nuovi affari economici.
Peppe Valerioti era il segretario della sezione del Pci. Quando una lupara lo colpì si trovava in un ristorante del vibonese insieme ai suoi compagni per festeggiare la vittoria appena ottenuta alle elezioni amministrative. La ‘Ndrangheta aveva deciso di colpirlo proprio quella notte perché aveva capito che il Partito Comunista rappresentava l’argine che si frapponeva al proprio tentativo di impadronirsi delle assemblee elettive e delle istituzioni.
“Infiltrandosi e governando la Cosa Pubblica, infatti, le famiglie mafiose avrebbero avuto in mano un potere immenso che avrebbe permesso loro di intercettare e accumulare le ingenti risorse di denaro pubblico destinate a quel territorio.
All’indomani dell’omicidio il sindaco annunciò che si trattava di un fatto di donne che nulla aveva a che fare con la mafia: un depistaggio che funzionò e che non permise di individuare i mandanti” – racconta Ciconte.
Giovannino Losardo era invece il segretario capo della Procura paolana ed esponente del Pci. Per la sua morte fu accusato in qualità di mandante Franco Muto, noto come il “Re del pesce” di Cetraro. Nonostante il processo vedesse alla sbarra altri quattro imputati, tutto si concluse con un nulla di fatto.
Era chiaro, in entrambi i casi, che la mafia volle uccidere per tentare di porre fine alle denunce portate avanti dal partito verso gli interessi criminali nell’utilizzo dei fondi pubblici.
“Il 1980 è l’anno in cui la ‘ndrangheta dall’era premoderna si catapulta in quella moderna: capisce di aver bisogno di entrare nei consigli comunali candidando i propri rappresentanti e inizia a slegarsi dal mondo agricolo per abbandonare il suo aspetto folkloristico e diventare impresa.
Non era più frutto di arretratezza, ma si apriva alla modernità”.
Su cosa fosse la ‘Ndrangheta iniziarono a interrogarsi e scontrarsi il Pci e il Psi prima, la Chiesa e la magistratura poi.
Le conseguenze di ciò che avvenne altro non sono che quello cui assistiamo ancora oggi: l’egemonia inarrestabile dell’organizzazione mafiosa calabrese.
EventoRotte criminali: dalla ’ndrangheta a Mafia capitale
Giovanna Torre, Michele Prestipino (procuratore aggiunto Roma), Enzo Ciconte (storico), coordina Gaetano Savatteri
Giovanna Torre, Rotte Criminali. Viaggio tra le mafie italiane, Edizioni Santa Caterina
EventoMappa del crimine. Volume secondo
Enzo Ciconte, Francesco Forgione, Vincenzo Lombardo (magistrato), Vincenzo Macrì (magistrato), coordina Manuela Iatì (giornalista)
(Enzo Ciconte, Francesco Forgione, Isaia Sales, Atlante delle mafie. Volume secondo. Storia, economia, società e cultura, Rubbettino)