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Trame12. Un’immersione fra i tesori del Mediterraneo

Si è tenuto tra le mura della sala multimediale del Chiostro l’incontro frutto della collaborazione tra la fondazione e la Direzione Musei Calabria

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di Valentina Mariapia Grandinetti

 

Un tesoro nel Mediterraneo è stato il titolo del secondo appuntamento inerente gli incontri che hanno visto la ormai consolidata collaborazione tra il Festival Trame ed il Museo archeologico Lametino, tenutosi nella sala multimediale del Chiostro di San Domenico.

A discutere del tema di cui si fa portavoce il festival, il Mediterraneo per l’appunto, sono il dott. Fabrizio Sudano, Segretario regionale MiC, la dott.ssa Alessandra Ghelli, funzionaria archeologa subacquea e l’arch. Simona Bruni, direttrice del Museo archeologico Lametino e di Methauros; la discussione è stata moderata dalla dott.ssa Felicia Villella, giornalista e diagnosta per i beni culturali.

L'incontro si apre con l’intervento del segretario Fabrizio Sudano che ha fatto luce sulle strategie adottate, e da adottare in un prossimo futuro, dal Segretariato regionale Calabria nell’ambito dell’archeologia subacquea, evidenziando in particolare la fondamentale attività svolta dalla funzionaria Alessandra Ghelli.

Di fondamentale importanza - ha sottolineato il Segretario - è l’arrivo di un’ingente somma  proveniente da fondi ministeriali che renderanno possibili le attività programmate dal Segretariato, non solo nell’ambito della ricerca sul campo ma anche della tutela e della valorizzazione dei siti sommersi”.

In linea con le tematiche della legalità proprie del festival è stato affrontato il problema della segnalazione dei siti sommersi e di come molto spesso ci si trovi di fronte a poche segnalazioni e di contro a molti atteggiamenti illegali che fanno delle azioni dei casuali, o quasi, scopritori di reperti, sia in ambito marino che in ambito terrestre, degli illeciti che potrebbero ricadere nel penale. L’occasione è stata galeotta per ricordare che il ritrovamento fortuito di reperti deve essere tempestivamente segnalato, preservandolo e, ove possibile, lasciarlo sul sito di ritrovamento, come definito dal Codice dei Beni Culturali. 

A seguito della riflessione messa in campo sul concetto di Mediterraneo, come scrigno e contenitore di storia e cultura, la direttrice Bruni ha sottolineato come esso rappresenti anche lo strumento di relazione tra popoli presenti e passati, illustrando la necessità di far comprendere ai cittadini l’importanza del patrimonio sommerso. A tal proposito, tra gli impegni da mettere in atto, risalta la necessità di avviare azioni divulgative che sensibilizzino il senso civico cittadino verso tali tematiche.

L'attenzione sul finire dell’evento viene spostata sulle azioni materiali di tutela, restauro e conservazione che la funzionaria archeologa subacquea Ghelli giornalmente compie nell’ambito della propria attività lavorativa. Durante l’evento è stato illustrato, con supporto video, il progetto svolto in collaborazione con l’università di Genova nel sito in cui giace dal 1860 il Piroscafo Torino:  si tratta del relitto di una delle due imbarcazioni usate da Garibaldi e dai famosi Mille nella notte fra il 18 e il 19 agosto per eludere la sorveglianza borbonica salpando dalla costa sicula verso quella calabrese. Il progetto mette in risalto come sia presente una interdisciplinarietà nell’ambito dell’archeologia subacquea, che non si occupa solo di tutela del reperto ma anche della salvaguardia dell’ambiente in cui è contestualizzato, avvalendosi della biologia marina e della geologia, per esempio. Proprio di trasformazioni geomorfologiche si parla nel caso, invece, del sito sommerso di Caulonia, in cui ritroviamo una serie di rocchi risalenti al V secolo a.C. destinati a quello che doveva essere un tempio ionico ad oggi inabissato a causa dell’azione erosiva sulla costa e di una coppia di cannoni datati al XVII secolo.

Dalle parole della funzionaria emerge una vera passione per il suo lavoro oltre che una notevole conoscenza di quello che è il mondo subacqueo calabrese che non presenta sempre ambienti favorevoli allo svolgimento delle sue mansioni, soprattutto nel caso di fondali particolarmente profondi in cui è necessario l’uso di tecnologie all’avanguardia per l’esplorazione marina.

In chiusura i saluti dell’Assessore alla Cultura del comune di Lamezia Terme, dott.ssa Giorgia Gargano, con la promessa di approfondire l’interessante tematica legata all’archeologia subacquea son un focus incentrato sulle coste lametine in collaborazione con il Museo archeologico Lametino e la direttrice arch. Bruni.

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