di Lorenzo Zaffina e Valentina Ciambrone
Quattro mani, due penne, un libro per raccontare un’unica storia: l’evoluzione della ‘ndrangheta, vista dagli occhi di padre e figlia, a distanza di trent’anni.
Ne parlano insieme al giornalista Pietro Comito, Anna Sergi, autrice del libro La Santa ‘Ndrangheta da ‘Violenta’ a ‘contesa’ (Pellegrini Editore) e Enzo Ciconte che ne scrive la prefazione, durante il primo incontro della seconda giornata di Trame.10, presso il chiostro di San Domenico, a Lamezia Terme.
Il punto di partenza è una domanda che suscita riflessione: come è cambiata la ‘ndrangheta nel tempo?
Le due facce della medaglia, quella di ieri e quella di oggi, sono descritte nelle due parti in cui è suddiviso il libro. Un unicum contenente un salto temporale che va dal 1991, anno in cui è pubblicato il volume La ‘Santa’ violenta di Pantaleone Sergi, al 2021, anno in cui la figlia Anna affianca al volume integrale del padre la sua moderna analisi.
Alla scrittura giornalistica di Pantaleone Sergi, segnata da passaggi struggenti di alta letteratura, si contrappone il rigore scientifico della figlia Anna, che con il suo approccio da studiosa dà un seguito alla storia lasciata in sospeso dal padre nel ’91. L’autrice, forte della sua esperienza nella criminologia, è il faro che illumina le complessità della ‘ndrangheta e il suo cambiamento nel tempo. Dalla sua analisi si evince che, così come è cambiata la società, di conseguenza si è evoluta anche la criminalità: essa infatti è meno violenta e intimidatrice, ma sempre più ossessionata dall’acquisire consenso. Una ‘ndrangheta a cui “piace piacere” e che paradossalmente più uccide e più dimostra la sua debolezza.
E’ difficile conciliare la complessità del fenomeno con la brevità e sinteticità che la società di oggi richiede sempre più, ma La Santa ‘Ndrangheta da ‘Violenta’ a ‘contesa’ risulta un mezzo per rinfrescare la memoria, spesso troppo corta (di proposito o no?).