Scheda Libro


Sinossi

Un libro che colma una lacuna di analisi sul rapporto tra enti locali e mafia. Dalle elezioni amministrative del 1946 all’approvazione della legge sugli scioglimenti dei consigli comunali per mafia del 1991, l’autore ricostruisce, con metodo e rigore, le vicende del funzionamento dei comuni, del legame con i grandi avvenimenti internazionali e nazionali e cerca di spiegare perché siano occorsi quarantacinque anni di storia repubblicana per dotarsi di uno strumento di difesa contro l’invadenza della criminalità organizzata nella democrazia locale. L’ipotesi del libro è chiara e dichiarata: non infiltrazione né condizionamento mafioso; ma un modo diverso di declinare la democrazia: raggiungere il potere con il voto democratico, in un modo tranquillo, pacifico, contando, paradossalmente, proprio sulla visibilità, sulla propria storia, sul radicamento locale, sulla capacità di procurarsi adesioni. Negando che il problema stia dentro il funzionamento della democrazia, nella raccolta del consenso, non si è riusciti a trovare le vere contromisure alla gestione mafiosa dei comuni se non i reiterati scioglimenti...

La democrazia mafiosa

Mafia e democrazia nell’Italia dei comuni (1946-1991)
Claudio Cavaliere
Luigi Pellegrini
2017

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20:30

23 giugno 2017

Palazzo Nicotera

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I padrini in Municipio

Claudio Cavaliere, Vincenzo Luberto, Romano Pitaro, Clara Trapuzzano Molinaro, coordina Bruno Gemelli (Il Quotidiano del Sud)

Claudio Cavaliere, La democrazia mafiosa. Mafia e democrazia nell’Italia dei comuni (1946-1991), Pellegrini Editore

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