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Presentazione del libro di Donatella Stasio "L'amore in gabbia. La ricerca della libertà di un reduce dal carcere"

Donatella Stasio presenta il suo libro: un romanzo-inchiesta che intreccia affettività, carcere e riscatto, alla ricerca di umanità nei luoghi della marginalità.

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di Anna Pagliaro e Serena Savatteri


Durante la terza giornata di Trame, festival dei libri sulle mafie, l’autrice Donatella Stasio ha presentato il suo nuovo libro L’amore in gabbia. La ricerca della libertà di un reduce dal carcere. L’incontro è avvenuto a Palazzo Nicotera, a Lamezia Terme, con la partecipazione del giornalista Mario Di Vito. 
L’opera presentataci racconta dell’inevitabile sopraggiungimento del più puro dei sentimenti umani in contesti particolarmente non convenzionali, come i sobborghi e le prigioni. Il protagonista è Gianluca, figlio di operai nella periferia di Quarto Oggiaro negli anni Settanta. La perdita della figura paterna in età prematura sarà lo spartiacque tra diverse fasi della sua vita: sua madre, infatti, non riuscirà a colmare l’enorme vuoto affettivo creatosi in Gianluca, vuoto che verrà inevitabilmente colmato dall’ambiente circostante, la periferia. Seguirà l’assimilazione di modelli altamente disfunzionali, quali l’utilizzo di droghe e l’adottamento di codici criminali, che porteranno il protagonista a finire in carcere già da minorenne. Anche l’età adulta non sarà esente dalla reclusione, avvenuta negli ex istituti di massima sicurezza di Busto Arsizio e Fossombrone. 
«Non era facile raccontare la storia di Gianluca, più sul piano personale che sul piano politico» ha ammesso l’autrice, che è stata abile a convogliare amore e criminalità: due temi che non si sposano con facilità. «Quando mi hanno proposto di scrivere un libro sull’affettività in carcere, ho accettato di farlo affinché potessi romanzare la storia» . Il libro è, infatti, un ibrido narrativo: un po’ inchiesta, un po’ romanzo epistolare. Il punto è, però, trattare il tema dell’amore in una storia di redenzione e rinascita di un vero e proprio reduce da un vuoto affettivo. 
Il libro oggetto dell’incontro è nato prendendo spunto da una sentenza della Corte costituzionale che, all’inizio del 2024, dopo una lunga latitanza nel Parlamento, ha riconosciuto il diritto dell’affettività in carcere.
L’autrice rimarca l’importanza dell’amore nel meccanismo sociale, attingendo ad un esperimento condotto dallo psicologo H. Harlow nel 1958 sull’attaccamento: a due cuccioli di scimmia viene data la possibilità di scegliere tra una madre di «calda pezza» e una di ferro, ma con un biberon. Successivamente, dimostra come i cuccioli sceglieranno la compagnia della madre di pezza, servendosi solo del nutrimento della madre di ferro. In un secondo esperimento, in cui le scimmie vengono private della prima madre, esse iniziano ad accusare comportamenti violenti e autolesionisti: ciò evidenzia come chi è estraneo al sentimento dell’amore, ha in sé una potenziale indole pericolosa. 
Frase chiave di Stasio dell’intero incontro con cui si può riassumere l’esperienza affettiva di Gianluca è sicuramente «La desertificazione emotiva è come la mutilazione del corpo»
 

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