di Maria Grazia Figlia e Lorenzo Zaffina
Nella giornata di ieri ha preso il via la quattordicesima edizione di Trame, festival dei libri sulle mafie, a Lamezia Terme.
Il filo rosso di questa edizione è “Liberi Liberi”, titolo del brano di Vasco Rossi, che fa da colonna sonora al film Fortapàsc (2009), sulla vita del giornalista Giancarlo Siani. Siani è anche il protagonista della mostra fumetto “E’ lui che mi sorride…”, ospitata presso il Museo Archeologico Lametino. Le tavole esposte sono tratte dall’omonimo fumetto, a cura di Emilio Lecce e Alessandro Di Virgilio, edito nel 2010 da Round Robin editrice. Obiettivo degli autori è lasciare una traccia indelebile nel pubblico sull’importanza della storia di Siani e della sua lotta contro la camorra e il crimine organizzato.
Le tavole tracciano un quadro molto chiaro dell’impegno del giornalista nell’attivismo politico e nell’informazione, e delle testimonianze che i suoi gesti hanno ispirato in coloro i quali lo hanno conosciuto, di persona e non. Questo stesso messaggio, in occasione del quarantesimo anniversario della morte di Siani, vuole essere riproposto in un linguaggio diverso accessibile ai giovani lettori. La mostra rimarrà aperta al pubblico oltre la fine del Festival, fino al 28 settembre.
Sempre nel contesto di Trame, è stata inaugurata la mostra fotografica “Il valore della testimonianza” con le foto di Andrea Rocchelli, fotoreporter ucciso nel 2014 in Ucraina. Curata da Cesura e ass. Amici di Roberto Morrione in collaborazione con la famiglia Rocchelli e Articolo 21, Consiglio nazionale Ordine dei Giornalisti, Festival Trame, la mostra presenta una selezione di 28 scatti tratti dai suoi reportage realizzati in Afghanistan, Caucaso, Ucraina e Calabria. L’esposizione dimostra la sensibilità di Rocchelli nel mettere al centro dei suoi scatti le vite delle persone, e le ripercussioni che su di esse hanno i conflitti e le violazioni dei diritti umani. La madre, Elisa Signori, ha sottolineato il legame di Andrea con la Calabria e il suo impegno nel catturare la realtà così com’è, senza preconcetti. A testimonianza di ciò, la mostra offre quattro scatti inediti, realizzati proprio nel territorio calabrese, sul tema dello sfruttamento del lavoro dei migranti da parte della criminalità organizzata e delle iniziative promosse dall’associazione Libera insieme ai familiari delle vittime della ‘ndrangheta.
L’arte è protagonista del Festival anche grazie all’opera dell’artista piacentina Grazia Resta “L’Ombra del Pizzo”, ospitata presso Palazzo Nicotera. L’artista vuole portare anche a Lamezia il suo messaggio: una denuncia contro l’omertà mafiosa, attraverso il mezzo artistico del ricamo. L’opera infatti, gioca sul doppio significato della parola “pizzo”, che richiama nella nostra mente le modalità della criminalità organizzata. Infatti un grande pizzo nero, sul quale è ricamata in rosso la nostra penisola, rappresenta il sangue delle vittime di mafia che mette in ginocchio non solo il sud Italia, ma tutta la nazione. L’uso del ricamo conferisce all’opera un’anima femminile nel rappresentare il prezzo che le donne, madri, figli e mogli di vittime e carnefici, devono pagare.
Ancora una volta Trame dimostra come non solo i libri ma anche l’arte, in tutte le sue forme, possa lottare contro la mafia.
L'arte che resiste alle mafie
NEWS

18 giugno 2025
L'arte che resiste alle mafie
Mostre, memoria e denuncia: da Giancarlo Siani ad Andrea Rocchelli, il Festival di Lamezia intreccia storie di coraggio e impegno civile
di Redazione Trame
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