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"Vi siete mai chiesti chi è un libico?"

Nancy Porsia a Trame12

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di Antonietta Macchione

 

 

"Vi siete mai chiesti chi è un Libico?” così Nancy Porsia, autrice del libro Mal di Libia. I miei giorni sul fronte del Mediterraneo (Bompiani editore) presentato nell’incontro del 24 giugno mediato da Sara Giudice (La7) a Trame Festival, a Lamezia Terme, ha espresso le motivazioni dietro la stesura di questo libro. 

Ritenuto da Sara Giudice un vero e proprio “reportage sul campo”, obiettivo di Mal di Libia era ed è quello di raccontare una realtà, quella dei libici, troppo spesso dimenticati dalla stampa internazionale: i personaggi, in particolare, non sono “né buoni né cattivi, sono semplicemente reali” e raccontano una parte del loro vissuto che difficilmente viene ascoltata. 

Tra gli argomenti trattati, Nancy Porsia e Sara Giudice analizzano la “vera” guerra civile libica del 2011, quella successiva alla morte di Gheddafi, quella che, forse, non sarebbe scoppiata se la NATO fosse rimasta a completare il lavoro che aveva iniziato ma che non ha mai portato a termine: senza la presenza della NATO i libici, infatti, si sarebbero trasformati in militanti armati in lotta con i “vicini di casi” per vecchi rancori legati alla terra e possedimenti, in quella che sembrerebbe essere una questione “israeliano-palestinese 2.0”. 

Toccando invece l’argomento migrazioni, l’anno 2013 è uno dei più critici per l’Europa nonché per la scrittrice, essendo venuta a conoscenza della morte di alcuni suoi amici nel secondo naufragio di migranti nel Mediterraneo più grande del 2013, e mentre i politici ripetevano di fronte alle telecamere “mai più!”, sollecitando un cambiamento, da Roma arrivava l’ordine di tenersi alla larga dai barconi in difficoltà. 

Porsia però, ad un certo punto decide di intervistare un trafficante e lì la sua mente si apre: da sempre convinta, nella ottica Europea, che la figura del trafficante sia necessariamente associata a quella di criminale, rimane sorpresa nello scoprire la figura del “passatore”, quella del fornitore di quei servizi che l’Europa non fornisce, negando il diritto al visto: i passatori pertanto, a detta dei migranti intervistati dalla scrittrice, “sono gli unici che ci garantiscono una opportunità di sopravvivenza”. 

Tutti noi, quindi, ci macchieremmo di alimentare quella credenza secondo la quale al trafficante vanno addossate tutte le colpe, piuttosto che concentrarsi sulle scelte effettive della politica; dovremmo piuttosto cercare di recuperare la nostra dignità di Europei, e non fare gli ignavi dell’inferno Dantesco.

"Oggi ci sono passatori in Libia? No, ci sono trafficanti”. Quelli veri e spietati, però. Quelli spesso legati alla mafia che è arrivata anche in Libia, e Nancy Porsia ne sa qualcosa. 

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