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Palermo e la memoria della lotta: un viaggio tra le ferite e il coraggio

Da Libero Grassi a Peppino Impastato: un itinerario tra i luoghi simbolo dell’antimafia per ricordare le vittime e sostenere la resistenza alla criminalità organizzata

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di Serena Savatteri

La città di Palermo, culla di eventi che hanno contribuito a scrivere una delle pagine più nere della storia nazionale a causa del sanguinario modus operandi della mafia, è stata protagonista di un’iniziativa organizzata dall’associazione antiracket di Lamezia Terme, che ha visto una serie di volontari della Fondazione Trame impegnati nella visita di luoghi collegati da un unico filo conduttore: la lotta alla criminalità organizzata. L’occasione che ha dato vita al viaggio è rappresentata dall’anniversario dell’uccisione dell’imprenditore Libero Grassi, avvenuta il 29 agosto del 1991. In Via Alfieri, infatti, si è tenuta l’emozionante commemorazione dedicata a colui che maturò in solitudine il coraggio di denunciare Cosa Nostra. Altra tappa importante è stata la sede dell’associazione Addiopizzo, che offre assistenza gratuita alle vittime di estorsione, incoraggia loro a denunciare e ostacola, come provato dalle intercettazioni delle parole di alcuni membri della malavita, gli affari illeciti alle spese dei commercianti onesti. Esempio di ciò, la pizzeria di Capaci Dolce rosso pizza , oggetto, in passato, di tentativi di estorsione affrontati con l’aiuto di Addiopizzo. Il senso di impotenza ha però prevalso quando i volontari si sono recati al museo interattivo e multimediale promosso dall’associazione Capaci No Mafia ETS e dalla cooperativa sociale Addiopizzo Travel, il MuST23 – Museo Stazione 23 maggio. I fatti orribili di quel giorno, che costarono la vita al magistrato Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, vengono approfonditi in modo da stimolare la riflessione critica. Paolo Borsellino, amico e collega di Giovanni Falcone, fu assassinato meno di due mesi dopo la strage di Capaci, il 19 luglio 1992. La farmacia che apparteneva alla sua famiglia, altro luogo dell’itinerario, conserva oggi l’eredità di questo straordinario uomo di giustizia. L'ultima tappa del viaggio è stata la Casa di Peppino Impastato a Cinisi. L’onore di parlare con Giovanni Impastato, fratello di Peppino, è notevole. Giovanni ha condiviso il dolore di una famiglia segnata dalla violenza mafiosa, ma anche la determinazione a mantenere viva la memoria di Peppino, affinché la sua lotta non venga dimenticata. Le sue parole hanno fatto capire quanto sia importante non abbassare mai la guardia e continuare a lottare per un futuro libero dalla mafia.

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