NEWS

La ‘ndrangheta, trent’anni di silenzi e indifferenza

Viaggio sotterraneo nei sistemi di criminalità organizzata con Giuseppe Lombardo

Condividi:

Giuseppe Lombardo, Procuratore aggiunto alla Procura Antimafia di Reggio Calabria dialoga con Giovanni Tizian, giornalista e direttore artistico di Trame.Festival. Il titolo dell’evento è evocativo, sottolinea il moderatore, perché silenzi e indifferenza sono temi centrali per comprendere a che punto siamo e quanto ancora ci sia da fare. Si parte dal 1992; allora esisteva una percezione distorta della Calabria e della ‘ndrangheta, afferma Lombardo, nato e cresciuto nella Locride: non si trattava di un gruppo di straccioni e disperati in un territorio problematico ma già di un laboratorio criminale evoluto.

La forza della componente ‘ndranghetista è, per il Lombardo, l’essere riuscita a nascondere la sua vera natura e le sue connivenze con altre rappresentanze sociali, imprenditoriali, politiche, istituzionali. È lì che bisogna arrivare, alle componenti più nascoste che celano reti apicali, per “riconoscere il fenomeno nel momento in cui si presenta con caratteristiche diverse da quelle che finora ci hanno raccontato”, sostiene.

Un esempio delle ramificazioni pervasive e a lungo celate della criminalità organizzata siciliana e calabrese è rappresentato, per il procuratore, dalla Lombardia che già nei primi anni ’70 era nota come il quarto mandamento. ‘Ndrangheta e Cosa Nostra, insieme alle mafie minori, formavano un consorzio definito dai collaboratori di giustizia “Cosa Unica”, composta da tutti i territori dove si fosse insediata la criminalità organizzata: dove si riscontrava un elemento criminale, vi si poteva identificare anche l’altro in una sorta di convergenza operativa.

Lombardo sottolinea quindi l’importanza di informare correttamente, a partire dall’eliminazione della distorsione mediatica rispetto all’obbligo di investigazione, costituzionalmente sancito, che spetta al PM e al lavoro della magistratura per la ricerca della verità. “Bisogna stabilizzare le regole del gioco per assicurare la tenuta del sistema democratico. Il vero obiettivo dei sistemi mafiosi evoluti non è infatti l’arricchimento fine a se stesso ma l’individuazione di un potere reale che possa influire sulla tenuta democratica di un Paese”. Per Lombardo bisogna, quindi, da parte della magistratura, lavorare con metodo scientifico perché l’impegno di oggi possa servire a chi verrà domani, in un gioco di squadra oltre gli individualismi. È lo spirito che ha guidato il Pool Antimafia di Palermo e che è essenziale per assicurare i colpevoli alla giustizia.

ULTIMI ARTICOLI

Asset Publisher

La Fondazione Trame si consolida e cresce, tra nuovi progetti e gli ideali e i valori di sempre

La conferenza stampa questa mattina al centro culturale Civico Trame di Lamezia Terme e l’avvio della campagna ANCH’IO SONO TRAME


“Anch’io sono Trame”

La Fondazione Trame diventa bene comune partecipato, cioè un bene della comunità.


Servizio Civile Universale 2023 Con Fondazione Trame e Ala Associazione Antiracket Lamezia

È online il nuovo bando di Arci Servizio Civile. C’è tempo fino al 10 febbraio 2023 per inviare la propria candidatura


Trame.Festival vive tutto l'anno

L'intervista a Nuccio Iovene, Presidente Fondazione Trame


TRAME

Navigation Menu

TRAME365

Navigation Menu

ABOUT

Navigation Menu