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Storie di coraggio a Cutro: imprenditori contro la 'ndrangheta

Pietro Comito e i protagonisti delle denunce raccontano la forza collettiva che ha spezzato il muro di omertà in provincia di Crotone

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di Nicola Catania

 

Nella penultima giornata del Festival Trame, a “Storie di donne e uomini che resistono”, Pietro Comito con l’imprenditore di un’attività di ristorazione Rosario Mattace, il titolare di Pentabloc Antonio Pupa, Palma Caccia e Giuseppe Valerio responsabili della ditta edile Metalgrond, ha parlato della forza di fare gruppo e della presa di coscienza collettiva nella città di Cutro. 
Rosario, facendo da apripista agli altri imprenditori, nell’agosto del 2023 denuncia i suoi aguzzini e, sei mesi dopo, grazie all’inchiesta della Squadra mobile della questura di Crotone coordinata dalla Dda di Catanzaro, riesce a far arrestare cinque membri per estorsione con l’aggravante mafiosa delle famiglie Ciampà e Martino, riconducibili alle più blasonate e tra loro rivali famiglie di ‘ndrangheta dei Dragone e dei Grande Aracri. Le stesse famiglie erano impegnate in un ampio disegno estorsivo per rafforzare la loro egemonia mafiosa sul territorio, ma grazie alle varie denunce, al supporto e alla tempestiva efficienza delle forze dell’ordine sia sul piano professionale che su quello umano è caduto il muro di omertà che caratterizzava la provincia di Crotone e, in particolare, di Cutro. 
«Parliamo di più imprenditori che denunciano» ha detto il questore della provincia di Crotone, Marco Giambra. Quando le storie di Rosario, Antonio, Palma, Giuseppe, e di tutti gli altri imprenditori denuncianti diventano di dominio pubblico, l’intera Cutro scende in piazza al fianco di quegli stessi imprenditori vessati dalla ‘ndrangheta, come durante il processo degli estorsori a novembre 2024. 
Se prima vi era la paura anche solo di pronunciare un nome e di guardare negli occhi un qualsiasi mafioso, oggi c’è la speranza, ci sono il coraggio di Rosario, Antonio, Palma, Giuseppe nel denunciare, nel condividere le loro storie e nell’ascoltare, grazie all’associazione anti-racket, le vicende di chi è costantemente minacciato e vessato, affinché le circostanze cambino del tutto, specie per coloro che credono in un futuro più onesto, per il Mezzogiorno e per la Calabria. 

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