di Gilberto Villella e Ilenia Ciambrone
Gianni Speranza presenta il suo libro “Una storia fuori dal Comune”, il cui titolo invita ad ampliare le vedute partendo dalla storia della città di Lamezia Terme nel periodo del suo mandato.
Ma l’obiettivo non è quello di raccontare il Comune dal punto di vista politico, ci tiene a sottolineare Gianni Speranza, ma quello di mettere in evidenza i grandi problemi e le grandi potenzialità con la fiducia che possa essere condiviso in tutte le piazze d’Italia. “Racconta una spaccato delle nostre vite” osserva la giornalista Emanuela Gemelli nell’intervista.
L’ex sindaco esprime la sua disperazione di fronte alle due principali lacune: mafia ed emigrazione da parte dei giovani. Lancia una provocazione: “O forse le due cose sono legate?”. Continua invitando a riflettere con un insegnamento ricevuto da una giovane donna lametina, Stefania Tramonte, il cui padre, Francesco Tramonte, fu vittima di mafia: sono più sfortunati coloro i quali hanno ricevuto un’educazione basata sul successo, i soldi e sul consenso mafioso.
A seguito dell’attenta analisi inerente al libro, emergono passaggi molto umani. Il professore ammette: “ho fatto tutto quello che era possibile, sforzo dopo sforzo. E conclude: “La storia non inizia con me, non finisce con me: La storia siamo noi”.