di Gilberto Villella
Giuseppe Lombardo, Procuratore aggiunto Reggio Calabria, ne parla con Giovanni Tizian, giornalista di “Domani” e direttore artistico del Festival Trame 12.
A trent’anni dalle stragi del ’93 la mafia si è evoluta e con lei anche i metodi di lotta e prevenzione.
Circa nuove tecnologie messe in atto in quello che è un fenomeno pandemico, oggi la sicurezza nella comunicazione tra gli organi criminali ha portato le forze dell’ordine ad evolversi. Tuttavia, la struttura della criminalità organizzata è particolarmente coesa e sempre un passo avanti, tanto che è possibile osservare come le grandi componenti mafiose collaborino a livello mondiale ed è inesatto considerare Cosa Nostra, Camorra, ‘ndrangheta e Sacra Corona Unita come componenti a sé stanti. La mafia si internazionalizza con capitali astronomici, parliamo di circa 220 miliardi di euro all’anno, che, una volta immessi nel mercato, muovono l’economia. Va inoltre specificato come le regole imposte da organi amministrativi, come l’unione europea, bandiscano l’utilizzo delle intelligenze artificiali, capaci di prevedere le mosse del crimine, rendendo antiquate le operazioni antimafia.
L'intelligenza della mafia è la coordinazione, da parte dei vertici, di tutte le famiglie mafiose, gestite seguendo un progetto studiato nei minimi dettagli.
Secondo Giuseppe Lombardo: “Il più grande nemico della conoscenza non è l’ignoranza ma l’illusione della conoscenza”.
Non bisogna banalizzare il fenomeno mafioso, è necessario conoscerlo e studiarlo.