di Giovanna Vescio
Apre la quarta giornata della dodicesima edizione di Trame Festival la presentazione del libro “Occhi di Lupo, cuore di cane” di Diana Ligorio, autrice, showrunner e sceneggiatrice, a mediare l’incontro è John Dickie, professore all’University College di Londra.
Il romanzo delinea, con emotività e professionalità, ritratti di uomini straordinari, confinati nell’anonimato, ma responsabili di prodezze e sacrifici: gli agenti della DIA, Direzione investigativa antimafia.
L'autrice, racconta, sceglie di dar voce a questi personaggi dopo averli direttamente conosciuti e aver appreso le loro storie. Si propone, quindi, di far emergere il loro spessore umano contrastando un approccio secondo lei errato: considerarle figure secondarie nell’antimafia. Il titolo stesso contiene in realtà una completa descrizione degli agenti.
È il protagonista del volume a descrivere sé stesso al figlio, delineandosi come un animale dagli occhi attenti di un lupo e dal cuore fedele di un cane.
La conversazione si sposta così dalle tematiche intraprese nel libro alla struttura del racconto. L’affascinante ambivalenza spaziale e temporale eretta dall’autrice conferisce alla storia un ritmo agganciante e lascia spesso il lettore con il fiato sospeso.
La scrittrice afferma con fierezza che chi ha ispirato i suoi personaggi, poliziotti reali, si è immedesimato e ritrovato nella storia e che se ne servirà per raccontare la propria ai suoi figli. La loro vita non è facile, dice, si ritrovano ad abbandonare la loro famiglia di sangue che diventerà quasi sconosciuta per abbracciarne un’altra con la quale, invece, condivideranno esperienze rischiose.
Per ultimo, Diana Ligorio, spiega come affronta nel romanzo il peso costituito dalla voce di Falcone. Al magistrato, infatti, sceglie di non dare un corpo, ovvia inserendo di tanto in tanto spezzoni di sue celebri frasi come audio, che fungono da ispirazione per il protagonista. Riesce così a “far vibrare le parole del magistrato di una pasta nuova”.